Il restauro virtuale, noto anche come restauro digitale o elettronico, nel tempo ha assunto un ruolo chiave nella conservazione e valorizzazione dei manifesti cinematografici storici.
Questo materiale, dal grande valore artistico e iconografico, è spesso soggetto al deterioramento a causa di fattori esterni come l’esposizione alla luce, l’umidità e la manipolazione più o meno frequente. A fini conservativi e divulgativi, oltre agli interventi tradizionali, è emersa la necessità di operare un ripristino digitale in grado di riportare le opere alle loro condizioni originali di stampa.
Il restauro nei vari formati originali di stampa
Nel restauro dei poster cinematografici, ogni formato presenta segni caratteristici legati non solo ai danni del tempo, ma anche al trasporto e alla piegatura. Le locandine, piegate solitamente a metà, mostrano spesso una singola linea di logoramento centrale, mentre i formati più grandi, piegati in più sezioni, evidenziano diverse linee usurate. Il restauro digitale di questi formati, essendo stampati su un unico foglio, si concentra principalmente sulla ricostruzione delle parti mancanti e sulla rimozione di graffi e segni.
A partire dal formato 140 x 200 cm (tecnicamente detto “quattro fogli”), il processo di restauro diventa più complesso, poiché l’immagine originale veniva stampata su più fogli. Tradizionalmente, questi venivano uniti per esporre il manifesto fuori dai cinema, lasciando però ben visibili sovrapposizioni, incongruenze e discromie causate da imperfezioni di stampa. Il restauro virtuale, invece, mira di ottenere un’immagine continua, priva di interruzioni cromatiche o visive; la sfida principale consiste quindi nell’unire perfettamente le sezioni, facendo combaciare, tra le altre cose, il retino litografico caratteristico delle stampe dell’epoca.